Siamo giunti alla fine dell’anno civile. Non si contano i messaggi di maledizione all’anno che stiamo per terminare… non c’è dubbio che la pandemia ci abbia messi a dura prova, tuttavia non è corretto “buttare via il bambino con l’acqua sporca”! Da cristiani non ci dobbiamo appassionare dei discorsi disfattisti e catastrofisti ma aiutare a leggere tra le righe quali opportunità la storia offre per nuovi cammini di pienezza. Se guardo ai registri parrocchiali di quest’anno, ad una lettura statistica, non può che emergere un vertiginoso e preoccupante calo della pratica sacramentale: solo un matrimonio… appena venti battesimo… ben cinquantanove morti… Eppure, leggendo le parole di San Giovanni nella sua Prima lettera, possiamo trovare una chiave di lettura: «Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri». Veniamo da anni di cristianità, con un’adesione formale della maggioranza… oggi, la scelta cristiana si caratterizza per una chiara accoglienza della Buona notizia! Di fronte alla secolarizzazione galoppante il nostro compito non è chiederci come rimpolpare le presenze ma quanto la nostra adesione personale è autentica e solida! Abbiamo di che lavorare anche nell’anno che sta per venire! Buona giornata