Nelle Liturgia della Parola di oggi due testamenti, quello di Paolo e quello di Gesù. Sono molto diversi: quello di Paolo è rivolto agli anziani di Efeso, quello di Gesù è una preghiera rivolta al Padre. Paolo è molto umano: guarda a quello che ha fatto, al suo impegno, alla sua opera… cerca di dire anche a se stesso di aver fatto il possibile per adempiere al mandato di annunciare Cristo. Nessuno può dire il contrario, ci mancherebbe! Paolo è il più grande missionario di tutti i tempi! C’è anche un po’ di desiderio di apprezzamento e di riconoscimento… sembra quasi che si aspetta una riconoscenza: come non capirlo… Gesù è totalmente dimentico di sè! È vero, anche Lui ribadisce di aver portato a termine la missione affidata ma subito dopo l‘attenzione viene rivolta ai discepoli! Gesù prega il Padre per coloro che lo hanno seguito: è il loro destino che gli sta a cuore più che la sua tragica fine! È bello perché non esorta i discepoli a fare qualcosa ma prega il Padre perchè li sostenga… è come se sapesse che i suoi discepoli faranno tutto quello che spetta loro ma se non saranno sostenuti sarà una débâcle totale… Questo testamento vale anche per noi… Buona giornata