Già altre volte ce lo siamo detti: l’esperienza del cristiano è un’esperienza pasquale cioè di morte e risurrezione. Di fronte ai momenti bui non occorre abbattersi: fanno parte della vita che è chiamata a risorgere. Non c’è occasione che non debba essere inserita nella dinamica salvifica: il Padre in Gesù ci ha mostrato che il momento del Getzemani, nonostante la sua drammaticità, fa parte del cammino di gloria del Figlio. I discepoli diranno “Era necessario che il Figlio di Dio patisse…”! Anche il vangelo di oggi ribadisce questa verità: «ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia». C’è un dolore sano! Il nostro mondo ci ha abituati ad anestetizzare tutto… i bambini non devono avere dolori… gli adulti non devono avere malesseri… bisogna sempre stare bene! Se non si sta bene, ci insegnano, dobbiamo curarci! In realtà, il dolore è una spia sana nel cammino di conversione: il più delle volte, ci accorgeremo che è espressione del nostro egocentrismo! Il dolore dei discepoli è dovuto alla perdita della propria sicurezza… non hanno voglia di affrontare la vita secondo il Figlio! Il dolore segnala una possibile nascita: stanno diventando Figli! Appeno lo diventeranno nessuno più potrà spegnere la gioia del loro cuore! Buona giornata