Sistematicamente, nelle chiacchierate con giovani che si dichiarano credenti, emerge come la fede venga declinata senza alcun parametro, senza verità e senza punti fermi. In sostanza, l’affermazione centrale è sempre la stessa: “credo che esista un Dio ma non a quello che gli uomini hanno definito!”. L’identità di Dio viene ridotta ad una questione emotiva ed ogni pretesa di definizione teologica viene cassata come infondata ed opinabile. È chiaro che a partire da un ragionamento di questo genere non sia più possibile alcuna riflessione teologica ma, ancor peggio, alcun rapporto reale con Dio! Essendo indefinito ed evanescente, Dio è qualificabile alla stregua dell’idolo verso il quale aver timore e al quale, di tanto in tanto, pagare il pegno di qualche devozione. La solennità che la liturgia ci invita a celebrare oggi è volta proprio a scongiurare l’aporia sopracitata: Dio ha un nome! Dio ha un volto preciso! Dio non si lascia definire ma si rivela! «Nessuno mai ha visto Dio ma il Figlio lo ha mostrato» ! È a partire dal Figlio che noi possiamo parlare di Dio come Padre! È grazie allo Spirito Santo che noi viviamo un rapporto reale con Dio dentro la nostra storia ordinaria: «Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità» ! Contemplare la Trinità permette di uscire dalla idea idolatrica della religiosità umana! Dio non è il divino, il trascendente, l’indefinibile, l’imponderabile… Dio è il Padre di Gesù! Gesù non è un uomo qualunque ma il Figlio che nella sua umanità ha reso leggibile a tutti i tratti del Padre! E perché ogni uomo, dentro la finitezza della storia, potesse vedere e riconoscere nel Figlio il volto del Padre ci è stato donato lo Spirito Santo, memoria sempre nuova della incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù! Buona domenica