Mai come oggi siamo interconnessi e abbiamo la libertà dire quello che vogliamo. È un  grosso potenziale, una opportunità. Ma è proprio così? Io ho l’impressione che il fatto che tutti possono dire la loro d’istinto venga a mancare la capacità di ascoltare e di dialogare. Se un pensiero riesce a insinuarsi nelle pieghe del sentire più diffuso, sebbene possa essere superficiale e semplicemente umorale, diventa egemone e tutto il resto è tacciato come stupido e stolto. Difficile trovare pensieri argomentati e approfonditi… Leggiamo oggi che san Paolo arriva a Corinto: «Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio». La sinagoga era il punto d’incontro d’allora: a Paolo è data la possibilità di discutere, di parlare! C’era gente che lo ascoltava! Mi capita, orami ordinariamente, di incontrare coppie che vengono a chiedere i sacramenti: chiedo a che punto è il loro cammino di fede… il tenore delle risposte si modula sulla banale definizione “praticante – non praticante”… La mia domanda è sempre: “Quando vi capita di ascoltare o leggere la Parola?”… La risposta: “Mai!”… Mi spiegate come si possa formulare una proposta di fede in queste condizioni? Faticoso… ma, mai mollare! Buona giornata