I padri della Chiesa qualificavano l’uomo come viator, cioè come essere in cammino, essere alla ricerca. Il cammino e la
ricerca non sono mai asettici, hanno sempre qualcuno che li ispira. È così che, se l’uomo non ha riferimenti chiari, cammina a tentoni: prova, sperimenta, cade, si smarrisce… capita pure che si fidi della prima sirena incantatrice e si perde definitivamente… La Parola di Dio di questa domenica ci presenta due pagine di sequela, una dall’Antico Testamento e una dal Nuovo: la prima è l’esperienza del piccolo Samuele che sente una voce che lo chiama ma non sa identificarla. Grazie a Dio, Samuele vive con il sacerdote Eli, ricco di fede e di esperienza: da lui riceve l’indicazione per mettersi in ascolto di Dio. Solo Dio chiama per nome, ci conosce nell’intimo e scommette sulla nostra umanità. Quanti uomini e donne sono chiamati da Dio ma equivocano la sua voce seguendo falsi maestri e profeti di sventura. Come è facile, oggi più di ieri, nel marasma delle voci incantatrici che ci inseguono, disorientarsi e metterci nelle mani di nemici della vita buona… Dal Nuovo Testamento ci è proposta la pagina meravigliosa della chiamata dei primi di discepoli secondo il vangelo di Giovanni: qui c’è una svolta decisiva! Andrea e Giovanni ricevono la testimonianza del Battista, figura di Eli, che indica loro l’Agnello di Dio: diversamente da Samuele l’ascolto di Dio e la sequela si fanno tangibili ed è così che possono mettersi in cammino dietro a Lui, camminando in sicurezza. In questi primi passi del tempo ordinario, dopo i tempi forti dell’Avvento e del Natale, sentiamoci interpellati personalmente e rispondiamo con verità alla domanda di Gesù: «Che cosa cercate?»… I discepoli della prima ora hanno risposto «Dove abiti?»: così la loro sequela non è più finita… Buona domenica
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