Entriamo nella Santa Settimana. Santa significa “altra” rispetto a tutte le altre settimane dell’anno. Non la si può vivere senza darle il giusto peso. È vero: il tempo cronologico ha la stessa scansione degli altri giorni ma ciò che avviene è speciale.

Il giorno in cui uno trova l’amore è cronologicamente uguale agli altri giorni ma esistenzialmente è un giorno assolutamente unico. La moglie si rammarica se il marito non si ricorda l’anniversario di matrimonio: celebrarlo significa riconoscerne la grazia, il dono, la pienezza della vita! Ecco: per chi ha sperimentato nella fede l’amore misericordioso del Cristo non può trascorrere questi giorni come se fossero indifferenti… se uno rimane indifferente forse non ha incontrato seriamente il Signore!

Per questo la domenica che inaugura la Settimana Santa inizia con il rito della processione dove tutti i fedeli tengono fra le mani dei rami d’ulivo con i quali, imitando le folle degli ebrei, inneggiano al Messia: è il desiderio di dire a tutti i prodigi che Gesù ha fatto nella nostra vita perché tutti riconoscano che davvero Lui è il Figlio di Dio!

Molti rimarranno indifferenti, molti riterranno il rito un semplice fatto folcloristico, molti ne saranno infastiditi… ma non ci deve scoraggiare! Piuttosto, noi ci dovremo chiedere quanto serio sia il nostro atteggiamento interiore, quanto grande la nostra riconoscenza, quanto autentica la nostra gratitudine…

«Alcuni farisei tra la folla gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. Ma egli rispose: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”». Tutti i cristiani nel mondo che inneggiano al Messia che entra in Gerusalemme sono il compimento di questa profezia: felici di esserne parte!