A volte mi sento dire che io non posso capire che cosa vuol dire amare un figlio perchè non ce l’ho… di solito rispondo che neanche chi non è prete non sa cosa vuol dire amare dei bambini non essendo figli propri! Un conto è l’amore carnale e un conto è l’amore spirituale: l’amore carnale è sanguigno, è viscerale, è istintivo, è protettivo, è possessivo, è irrazionale… l’amore spirituale è scelta, è sacrificio, è dono gratuito, è libero, è passione… Possono coesistere i due amori? Assolutamente sì. ci sono genitori che hanno una qualità nell’amore che rasenta la santità! Ma, devo dire, non è la norma… la tentazione è quella di considerare l’amore carnale il vertice perchè più coinvolgente, ma è un grave equivoco! Da preti non si corrono rischi? Assolutamente sì: rimanere troppo asettici, poco empatici, poco appassionati… Cosa vuol dire questo? Che dobbiamo assolutamente aiutarci! Non serve a nulla accusare ciascuna delle categorie come non capaci di un amore autentico: andremmo avanti all’infinito nell’accusarci a vicenda! Al contrario, cerchiamo di valorizzare lo specifico di ciascuno affinchè nella sinergia della comunione ne usciamo tutti arricchiti secondo la misura dell’amore di Cristo! San Paolo dopo aver rimproverato la comunità di Corinto scrive: «Forse perché non vi amo? Lo sa Dio!»… come lo capisco! Buona giornata