«Ecco l’agnello di Dio, colui che prende su di sè il peccato del mondo!». Sono le parole di Giovanni Battista per indicare al mondo la presenza del Messia. Lo ha appena visto uscire dal Giordano, infangato dalle acque melmose del fiume, Lui, la perfetta trasparenza del Padre, imbrattato di terra, l’umanità… Ha proprio fisicamente su di sé quel fango che agli inizi della creazione del mondo il Padre aveva impastato e reso vivo con il suo Spirito…
Gesù è l’Agnello di Dio pronto a dare la vita per questo uomo. Non è un lupo che viene per sbranare le pecore. Gesù è la presenza discreta e fattiva di Dio che non ha altro desiderio che mostrare il suo amore. Lo contesteranno, lo maltratteranno, lo percuoteranno, lo flagelleranno, lo uccideranno, ma nulla mai riuscirà a distoglierlo da questa unica e granitica volontà.
L’indicazione del Precursore è diventata una monizione liturgica nella celebrazione eucaristica: prima di invitare alla cena del Signore, il prete mostra l’Agnello immolato! Quel pane che mangiamo e quel vino che beviamo è l’Agnello che non smette, testardamente, di donare se stesso! A chi? A noi che riconosciamo di non essere degni perché attanagliati dalle logiche di peccato che ci dominano e ci egemonizzano!
Se lo riceviamo anche noi siamo trasfigurati in Lui: la nostra vita diventa manifestazione della sua condizione! Siamo chiamati ad essere agnelli immolati che prendono su di sé il peccato del mondo… lo dice chiaramente Gesù ai suoi discepoli: «Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi»!
Come Chiesa siamo chiamati ad essere testimonianza di questo modo di essere dell’Agnello: quanti passi di conversione dobbiamo ancora compiere! Buona domenica