Nel vangelo di oggi il Signore prende le mosse da ciò che abbiamo ascoltato negli scorsi giorni, ovvero dal considerare alcuni avvenimenti, anche catastrofici, che possono capitarci nella vita, come segni dell’arrivo del Signore. Anche in questo racconto del capitolo ventuno di Luca succede qualcosa di simile: Gesù fa notare che, come sappiamo leggere i segni del tempo cronologico o meteorologico, così dovremmo saper leggere anche i tempi della fede, affinché comprendiamo che cosa significhi essere vicini al Regno di Dio.
Questi segni, ovvero quanto ci affidiamo al Signore nei momenti più difficili della vita, li vediamo sia in noi stessi, poiché sappiamo quanto tempo e quanto spazio Gli lasciamo nella nostra vita personale, sia in generale, perché siamo capaci di osservare quanto la fede, in chi ci circonda e nella società, influisca sul vissuto della gente.
Gesù dice che questa possibilità di osservare i fatti e eventualmente di convertirsi, c’è sempre, per ogni generazione, e che il riferimento per leggerli è la Sua Parola, che non passa mai. In questo modo, si compie la scrittura, nella quale si dice che Egli ci è sempre vicino, con il Suo corpo sacramentale e con la Sua Parola: basta ascoltarla! Buona giornata.
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