Oggi Gesù sfata un modo di pensare che correva nelle menti dei suoi contemporanei e che è diffuso anche ai nostri tempi: quello che alle azioni cattive, ai peccati, corrisponda una punizione divina.

Il Signore, portando gli esempi concreti di due fatti, uno accaduto presso la corte di Pilato, che aveva ucciso alcuni Galilei, e l’altro presso la torre di Sìloe, che era crollata su diciotto persone, smentisce queste credenze domandando ai presenti: credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei per aver subito tale sorte? Oppure domanda: credete che quelle diciotto persone fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? La Sua risposta è no! Infatti Gesù chiede ai Suoi interlocutori di convertirsi, per non perire come gli altri.

Il senso di questo intervento, arricchito anche dal racconto della parabola del fico sterile, è che ciascuno di noi ha bisogno di cambiare per plasmare il proprio cuore a quello di Cristo, e a chiunque deve essere lasciato il giusto tempo per potersi convertire. Detto in altro modo: il Signore ha molta pazienza e attende sempre una nostra conversione a Lui, prendendosi cura della nostra vita, come fa il contadino con i suoi campi. Buona giornata.