Oggi il Maestro ci guida verso la comprensione del desiderio della cupidigia e per questo si serve di una parabola nella quale il protagonista è proprio un avido uomo ricco. Questo uomo, già ricco a sufficienza, avendo aumentato i propri averi, anziché spenderli e continuare a lavorare, o anziché reinvestirli in attività o darli in elemosina per i più bisognosi, decide di tenerli per sé, conservandoli in un magazzino, con l’intenzione di oziare per tutta la vita. Il problema è che Dio gli chiederà proprio la vita, mentre i beni resteranno lì a qualcun altro.

Il senso di questo racconto è che non bisogna attaccarsi a ciò che non salva, accumulando tesori per sé; non ha senso attaccare la propria vita a qualcosa che perisce, stringendolo a sé e per sé, ma a qualcuno che non passa mai. La parabola ci suggerisce di ringraziare il Signore per ciò che abbiamo, piuttosto che prenderci il merito dei nostri guadagni, poiché se possiamo godere dei beni è perché qualcosa, almeno la salute, ci è stato dato in dono, senza merito.

Ricordiamoci sempre che la mano di Dio e la provvidenza giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita. Buona giornata a tutti.