Celebriamo oggi la solennità dell’Assunzione di Maria in cielo, un dogma definito alla metà del secolo scorso che ci ricorda come Maria preservata dal peccato è stata preservata anche dalla corruzione della morte e assunta nella gloria del Padre insieme al Figlio. Ogni volta che la Chiesa ci invita a celebrare una festa mariana dobbiamo cogliere l’occasione per imparare da lei, prima discepola di Cristo, a essere anche noi discepoli. Nel Vangelo si racconta di Maria  che dopo aver ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele e aver appreso della gravidanza della sua cugina Elisabetta corre da lei per mettersi al suo servizio. E dal bellissimo incontro tra le due donne e i due bambini Maria prorompe di gioia con il canto del Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore». Noi, abituati a sentire queste parole, forse non facciamo più caso al loro significato, lo riduciamo solamente a un’espressione di gioia. Ma magnificare letteralmente significa “fare grande”, ingrandire. Maria “ingrandisce il Signore”: non ingrandisce i suoi problemi, le sue preoccupazioni, che pure non le mancavano in quel momento, ma il Signore. Quante volte noi invece ci facciamo schiacciare dalle nostre paure e dalle nostre difficoltà. Maria ci invita a confidare in Dio ed esultare di gioia, una gioia che nasce dalla presenza di Dio che ci aiuta, che è vicino a noi… buona giornata, don Michele