Sappiamo come la preghiera, insieme al digiuno e all’elemosina, sia uno dei capi saldi del tempo quaresimale. È necessario, quindi, che riserviamo un tempo più prolungato alla preghiera e alla meditazione. Suonano, tuttavia, quanto mai opportune le osservazioni di Gesù espresse nel Vangelo che ascoltiamo oggi nella liturgia: «Quando pregate non sprecate parole come fanno i pagani». La preghiera cristiana è di poche parole perché si fonda su una relazione essenzialmente filiale: nel momento che l’uomo sa di rapportarsi da figlio verso un Dio che è Padre, nulla più ha da chiedere! Sa con certezza che il Padre conosce fino in fondo le sue istanze e i suoi bisogni! Pertanto la preghiera non è mai incentrata su di sé, sulle proprie esigenze, sui propri bisogni… se uno è ammalato è inutile che chieda a Dio la salute! Già Dio si sta occupando della sua salute, ancor prima che il figlio glielo chieda! È così che Gesù insegna ai suoi discepoli a pregare dicendo “solo” «Padre nostro»… Lì ci sono le cose giuste da chiedere! Quelle per le quali, alla fine, non bisogna più aggiungere altro! Nella preghiera c’è solo da aprirsi a un Dio che è Padre e che si prende cura dei suoi figli! Guai dubitarne! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Prosperina che oggi accompagniamo al suo incontro con il Signore della vita