Leggiamo oggi nel profeta Isaia: “Se toglierai di mezzo a te il puntare il dito e il parlare empio brillerà fra le tenebre la tua luce”. Gesù riprende questo tema anticotestamentario con quella famosa sentenza: “Perchè guardi la pagliuccia che sta nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che c’è nel tuo”. Il problema sta nell’atteggiamento dell’uomo che ha la propensione a guardare l’altro con sospetto e in una funzione di difesa. È la dinamica già definita nella pagina della Genesi che racconta il peccato originale dove tutti puntano il dito sull’altro, discolpandosi in maniera anche pacchiana… Il tempo della Quaresima che invita ad una maggiore interiorità potrebbe essere una opportunità per guardare il nostro peccato e riconoscerlo con chiarezza! Sappiamo come la Confessione sacramentale può essere una forma di conversione molto incisiva: chiedere perdono del proprio peccato dispone ad essere più umili e ad essere meno severi nella stigmatizzazione del male negli altri. Come il Padre è misericordioso nei nostri confronti anche noi possiamo esserlo con gli altri. Anche questa è una esigenza evangelica: “Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro che è nei cieli”. Non saremo mai capaci di togliere da noi il giudizio… ma possiamo imparare ad essere meno implacabili. Buona giornata