Grazie a Dio la lebbra è quasi stata debellata dalla faccia della terra! È un male terribile: decompone il corpo prima di morire… è come se uno fosse sepolto vivo! Essendo una malattia particolarmente contagiosa, un tempo, era combattuta con l’isolamento degli ammalati dal resto della comunità… Mosè aveva pure prescritto che i lebbrosi gridassero ad alta voce: «Immondo! Immondo!»! Era stato un passaggio forse indebito: da malattia era diventata condizione peccaminosa! Gli immondi erano tali per il culto e, quindi, per Dio… era così che i lebbrosi erano stigmatizzati come la morte radicale: esclusi dagli uomini ed esclusi da Dio! Gesù non accetta una classificazione di questo tipo: il lebbroso non è rifiutato da Dio! Anzi: Dio gli è compagno! Nel Vangelo di Marco Gesù «tocca» il lebbroso, si contamina, e diventa lui stesso “impuro”, tant’è che viene cacciato dalla città e va a vivere nel deserto… Non c’è uomo che Dio non voglia raggiungere! Il sogno di Dio è e rimarrà sempre l’inclusione! L’uomo esclude, ma Dio no! Bellissima la reazione del lebbroso: invitato a stare zitto e a non raccontare il miracolo si mette a dirlo a tutti! Chi è salvato non può che testimoniare! E noi che pensiamo di doverci impegnare per dare testimonianza… che tristezza… Buona domenica