«Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose». Il Vangelo racconta di gente costantemente alla ricerca di Gesù e dei suoi discepoli. Era gente, prevalentemente, che stava male: poveri, ammalati, indemoniati… Che cosa si aspettavano da Gesù? Che li sfamasse, che li guarisse, che li liberasse… Eppure Gesù che scelta fa? Si mette a parlare loro! La Parola sazia la “fame” dell’uomo più di ogni altra cosa! Gesù ci mostra che la prima carità che possiamo usare verso i fratelli è quella della relazione: accettare di entrare in dialogo! Ascoltare e parlare! Conseguentemente a quanto Gesù dice sul fatto che i poveri che lo seguono siano “senza pastore”, una considerazione che spesso mi trovo a fare – nel momento in cui incontro qualche povero – è che manchi di guida, di riferimenti, di figure significative… È veramente così: si diventa poveri quando si diventa soli! Quando non si ha più nessuno con cui confrontarsi e discutere! Su questa scia si pone anche quanto la Chiesa ha insegnato per decenni come opera di misericordia spirituale: «insegnare agli ignoranti»… Detta così non suona benissimo ma è coerentissima con il Vangelo! Da qui: l’importanza della formazione… Buona giornata