Noi siamo abituati che ogni dieci anni passano degli incaricati per censire le nostre case e chi ci abita: è un metodo studiato per tenere sott’occhio la trasformazione della società e insieme parametrare servizi e imposte. Non ci fa nessun problema, non ci appare una operazione ingiusta e illegittima… Quando, invece, il re Davide fece il censimento del suo popolo avvertì subito un senso di colpa fortissimo: aveva calcolato la forza e la potenza del suo Regno a partire dai suoi uomini e non da Dio! Non facciamo spesso anche noi il censimento delle nostre forze? Dei punti forza del nostro carattere, della nostra intelligenza, della nostra intraprendenza, della nostra bellezza… per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo… Dove mettiamo Dio in tutto questo? È l’essenziale o semplicemente la ciliegina sulla torta? Il re Davide riconosce immediatamente la sua colpa e chiede perdono… noi penseremmo che il perdono di Dio fosse “un passa là” da bonaccione… in realtà viene comminata una pena pesantissima che va a intaccare proprio il punto forza su cui il re stava puntando: il numero dei suoi sudditi! La peste ne uccise settantamila! Sembrerebbe una punizione severissima: in realtà, attraverso questa punizione Dio mostrò a Davide che se una tenuta del Regno era possibile era tutto e solo grazie alla sua benedizione… pensiamoci… Buona giornata