Fintanto che non facciamo un’esperienza pasquale non è possibile dire di avere una fede cristiana. Cos’è un’esperienza pasquale? È un evento di morte e risurrezione! Se non moriamo sul serio in qualcosa non possiamo sperimentare la gioia della risurrezione. È interessante notare, in questo senso, come anche nell’itinerario di fede di Paolo questo aspetto è chiaramente riconosciuto: «Per tre giorni rimase cieco». Paolo che perseguitava fieramente i cristiani e riteneva di fare la cosa più buona e giusta del mondo deve fare esperienza della cecità, del buio, dell’incapacità a vedere e capire… Fintanto che uno è sicuro di sè, non è disposto minimamente a rinascere: crede di essere vivo a prescindere! Ebbene: se viviamo delle nostre certezze, benchè le possiamo velare di fede, la nostra sicurezza non è posta in Dio ma in noi stessi… e la stabilità non può che essere molto precaria! Paolo deve andare da Anania e essere accompagnato nella rilettura degli avvenimenti e riacquistare pian piano la vista… una vista nuova che lo fa consapevole delle sue gravi colpe del passato e gli permette di vedere le cose e le persone in una maniera totalmente rinnovata, alla maniera di Cristo! Occorre un ribaltone vero e proprio per entrare autenticamente nella prospettiva cristiana… Buona giornata