Quando ascoltiamo il Vangelo – lo sperimento spesse volte sulla mia pelle – la tentazione è quella di considerarlo rivolto agli altri: “quella tal persona dovrebbe ascoltare questa Parola e ravvedersi…” oppure: “questo messaggio dice chiaramente che io ho ragione e l’altro ha torto…”. Facilissimo chiamarsi fuori dalla stringente verità del Vangelo per evitare di mettersi seriamente in discussione!
Oggi, Gesù ci invita ad aprire gli occhi – anzi, spalancarli – su di noi: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?». Prima di mettersi a osservare ciò che non va bene in chi ci vive accanto siamo chiamati a scrutare nel profondo di noi stessi: è dentro di noi il male! Non fuori!
Il caso serio del Vangelo è la mia conversione, non quella degli altri! Io posso occuparmi di cambiare il mio cuore, i miei pensieri, le mie azioni… non mi è chiesto di correggere gli altri! Se uno mi fa del male, per prima cosa mi devo chiedere che cosa gli ho fatto io… non indagare le sue responsabilità per poi imputargliele…
«La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda»: le parole giudicanti, i moralismi, le intransigenze, anche se hanno degli appigli di verità non fanno che evidenziare l’aspetto malevolo del nostro cuore! Chi è cattivo dentro non può che esprimere giudizi trancianti verso gli altri, arrogandosi di avere la verità in tasca…
La nostra smania di correggere la storia, di renderla migliore secondo le nostre vedute, è bene che la mettiamo da parte per occuparci semplicemente di noi stessi! Nel momento in cui avremo accolto il Vangelo saranno le nostre parole ricche di misericordia a sanare e medicare le ferite di tanti fratelli…
«L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene»: cosa esce dalla nostra bocca? E dal nostro cuore?