Dopo la festa nel ricordo della conversione di san Paolo, la liturgia ci fa celebrare due suoi grandi amici e collaboratori: Tito e Timoteo, rispettivamente vescovo di Efeso e vescovo di Creta. Fa impressione come la Chiesa da subito si sia data una struttura… non certo per definire chi dovesse stare sopra e stare sotto ma per garantire un ordine e una fedeltà all’annuncio del Vangelo! Si capisce benissimo dal tono delle Lettere di Paolo che scrive a questi vescovi senza nulla di formale e artefatto… non da a loro del lei, non cita documenti, non da direttive insindacabili ma, piuttosto, parla a loro da amico, da compagno, da fratello! Che meraviglia una Chiesa così, libera da etichette e da cerimoniali: l’amore per il  Vangelo è l’unica cosa che conta davvero! Il resto lo si costruisce giorno per giono sul territorio, con le persone con cui si vive, a seconda della cultura, dei costumi, delle usanze specifiche di ciasun territorio! Non esiste uniformità tra comunità ma comunione! Paolo non scrive a tutte le Chiese la stessa lettera ma, in base ai contesti, esprime le su idee, le sue consideraioni e le sue proposte… forse è questa la Chiesa che insieme dobbiamo ricostruire… più fraterna e meno burocratica! Buona giornata