Come celebriamo la Domenica della presenza reale di Gesù nel Pane e nel Vino così celebriamo la Domenica della presenza reale di Gesù nella Sacra Scrittura. Come veneriamo Gesù vivo nell’Ostensorio così lo veneriamo nell’Evangeliario. Sia l’Ostensorio che l’Evangeliario vengono portati processionalmente perché sono il segno di Gesù che cammina con noi perché ha posto la sua dimora in mezzo a noi!
Nella prima lettura dal Libro di Esdra ci è presentato il momento in cui, dopo il lungo esilio, il popolo d’Israele si raduna e il sacerdote porta il Libro della Legge e un lettore lo proclama: tutti piangono dalla gioia perché quella Parola che li ha creati ora torna a farli vivere! Lo sentono! Sentono che Dio parla con loro e se parla significa che non ha tagliato i ponti…
Nel Vangelo ascoltiamo il brano nel quale Luca presenta Gesù nella sua prima uscita pubblica nella sinagoga di Nazareth. Entra per la liturgia e l’inserviente gli consegna il rotolo da leggere. Gesù non è un lettore come gli altri: è l’interprete! È colui che è in grado di aprire i sigilli e scioglierne tutti i misteri!
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»: con Gesù il Libro ridiventa storia! Tant’è che Luca precisa che Gesù, conclusa la lettura, chiude il rotolo: ora gli occhi devono essere puntati su di Lui che “fa” la Parola, le dà una “carne”, un “volto”. È così ancora oggi! È il miracolo della Liturgia dove l’assemblea non ascolta una Parola per metterla in pratica ma la contempla nel suo compimento!
Ciò che il Vangelo proclama si fa carne nel Pane e, una volta mangiato, si compie dentro la nostra vita! Siamo noi “i poveri” a cui viene dato “il lieto annuncio”, “i ciechi” a cui viene data “la vista”, gli oppressi
rimessi “in libertà”! Oggi!
Verbum caro factum est…
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