Siamo circondati da una umanità che grida: gridano i poveri la loro oppressione… gridano gli ammalati le loro sofferenze… gridano i giovani i loro disagi… gridano le famiglie le loro ferite… gridano i disoccupati la loro disperazione… Tutti gridano ma chi ascolta? È normale che quando uno sta male butti fuori il suo dolore e chieda aiuto ma come sarebbe salutare che chi grida imparasse ad ascoltare anche gli altri che attorno a lui gridano… Voi potreste dirmi: ma come si fa a chiedere ad uno che sprofonda nel suo abisso di prestare l’orecchio al grido degli altri? Perchè se non si ascolta si muore nella propria amarezza! Il continuo autocompatimento non da accesso ad alcuna consolazione… Di fatto, quante persone che gridano si riempiono solo di rabbia e di rancore, sorde a qualsiasi sollecitazione alla speranza. Proprio per questa chiusura, il profeta Isaia scrive: «Una voce dice: “Grida”, e io rispondo: “Che cosa dovrò gridare?. Ecco il vostro Dio! Come un pastore porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». In mezzo alle grida di disperazione, noi discepoli abbiamo il compito di alzare la voce ancora più forte e aprire all’opera salvifica di Dio che mai lascia inascoltato chi lo invoca di vero cuore! Fuori la voce! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Nino che dopo aver amato in terra il Crocifisso ora lo possa contemplare Risorto