La diatriba sulla contrapposizione tra scienza e fede non è mai finita… Nei dialoghi con il mondo giovanile è all’ordine del giorno il rifiuto di Dio in nome del sapere scientifico: non c’è maniera per ragionare e discutere! Visto che Dio non si vede e non si tocca non lo si può conoscere e tantomeno definire! Tutto il pensiero teologico è cassato come pura mitologia… Devo dire, tuttavia, che nel mondo accademico, chi affronta studi di ordine scientifico, sempre più, esprime una rispettosa sospensione del giudizio… mi sembra un buonissimo auspicio! Lasciare aperta la questione di Dio è molto più scientifico che chiuderla aprioristicamente! Il libro della Sapienza suggerisce un approccio aperturista alla fede a partire proprio dall’osservazione della creazione: «dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore». Non credo che a fronte delle meraviglie che si contemplano nell’universo non sorgano domande che vadano oltre il desiderio di spiegarne l’origine e il funzionamento: c’è uno stupore che supera ogni analisi! È il senso, è la bellezza, che attira e istituisce una comunione con la creazione, al di là di ogni definizione… Questa bellezza di cui il creato è connotato, il nostro stupore per la bellezza, avranno pure una correlazione che predice a una origine comune! A me pare proprio di sì… Buona giornata