Dio ha messo nel cuore di ogni uomo il senso del bello, del bene, del buono e del vero. Non c’è nessuno che contravvenendo a queste qualità del proprio essere non avverta un senso di disagio e di combattimento interiore. È così che la Chiesa, da sempre, tiene in grandissima considerazione la coscienza personale come criterio primario nel discernimento del bene. Tutti dobbiamo riconoscere ad ogni uomo il desiderio di operare secondo giustizia… che, poi, non sempre sia così è doveroso ammetterlo e agire di conseguenza. È bello quanto scrive san Paolo, a questo riguardo, ai cristiani di Roma: «sono convinto, per quel che vi riguarda, che voi siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto». C’è anzitutto il riconoscimento della bontà d’animo dei fratelli e l’apprezzamento circa la disponibilità reciproca a sostenersi nell’opera del bene… tuttavia, non manca la propria responsabilità di pastore nel definire con più chiarezza il cammino della fede. Da cristiani è bene che riconosciamo che la logica della fede insegnata da Gesù è quella del discepolato, ossia della permanente e progressiva sequela nell’ottica di una autentica conversione! Non siamo autodidatti e nemmeno autonomi… lasciamoci accompagnare da chi ha ricevuto un ministero specifico… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Luigi che dopo tanti anni vissuti al servizio della nostra Chiesa si è consegnato nelle mani del Signore