Aristotele diceva che l’uomo è un animale sociale. Oggi noi diciamo che l’uomo è un essere in relazione, un essere che vive di relazioni. Noi siamo il complesso di tutti i rapporti e i contatti che abbiamo vissuto con le persone che abbiamo incrociato nella nostra vita. Abbiamo ascoltato tante persone e abbiamo parlato a tante persone: dentro queste interconnessioni ne è scaturita la nostra identità, coacervo di scelte libere e di atti condizionati. Quanto sono importanti gli incontri che abbiamo e quanto siamo importanti per le persone che che incontriamo. È doveroso prendere coscienza che le parole che diciamo così come le parole che ascoltiamo sono la sostanza del vivere comunitario: occorre riservare molta attenzione sia al nostro parlare che al nostro ascoltare! Credo che sia questa la dimensione quella in cui si debbano collocare le parole di Gesù sul giudizio: «Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?». Alcune giudizi che esprimiamo con poca attenzione possono ferire non poco… prima di aprire bocca è bene che ci chiediamo come reagiremmo noi a quelle parole! Solo allora potremo essere davvero capaci di edificare relazioni evangelicamente buone… Buona giornata