Difficile uscire dallo schema muscolare della quaresima. Tutti abbiamo imparato, fin da piccoli, a prenderci degli impegni, dei digiuni, delle rinunce: non è del tutto sbagliato. Tuttavia, non ci è mai stato indicato esattamente il senso: fare sacrificio, fare penitenza, semplicemente. Rimanendo fedeli all’impegno avremmo potuto celebrare la Pasqua con la “medaglia” al merito per la nostra fedeltà… la Pasqua di Gesù, sostanzialmente, un corollario: l’importante la fedeltà al nostro proposito… fariseismo puro! E sì che già Isaia aveva contestato radicalmente la pratica del digiuno al suo tempo: «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?». Dio chiede qualche rinuncia, qualche sacrificio? Assolutamente no! Dio chiede di ascoltare la sua Parola e praticare il comandamento dell’amore! Se un digiuno è richiesto è dal nostro ripiegamento su noi stessi, ossia del nostro peccato! E il peccato non si combatte rinunciando ai dolci o alla carne ma facendo memoria dell’amore di Gesù fino alla morte, accogliendolo in noi! Coraggio! Buona giornata