Da che mondo è mondo l’uomo a fronte delle situazioni più complesse ha sempre cercato di reagire con dei riti. Il rito è una risposta emotiva ai problemi che razionalmente non si riescono a spiegare. Compiere determinati gesti ben congeniati aiuta a dare sicurezza e ad esorcizzare il non senso. Il confine tra rito e magia è molto risicato ed è facile equivocare. Gesù ha preso sul serio la critica che i profeti facevano al rito sacrificale e nella sua rivelazione ha mostrato come la vita stessa è un’esperienza sacrificale. Scrive così l’autore della Lettera agli Ebrei: «Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito». Gesù non compie riti ma fa della sua vita una liturgia, un dono totale di se stesso al Padre. La nostra celebrazione eucaristica non è un rito ma l’eterna offerta del Figlio al Padre alla quale “aggiungiamo” lofferta della nostra vita. Se la nostra vita non è offerta, pur partecipando all’Eucaristia, non aggiungiamo un bel niente! Liturgia e vita sono strettamente connessi! Se così non fosse cadiamo rovinosamente nella magia… Vigiliamo… Buona giornata