Due domeniche fa abbiamo sentito la parabola delle dieci vergini, dotate tutte di lampade per illuminare la notte: il discrimine tra le cinque sagge e le cinque stole era l’olio. Si diceva che l’olio è la carità, l’amore, il servizio… Domenica scorsa abbiamo sentito la parabola dei talenti: a tutti i discepoli sono affidati dei talenti a seconda delle capacità di ciascuno. I talenti sono l’amore filiale, il servizio, il dono di
sé. Il discrimine tra i discepoli non è tra chi ha più o meno talenti ma tra chi li usa e chi non li usa. Oggi ascoltiamo il racconto del giudizio finale, quando Gesù, re dell’universo, siederà sul trono ed esprimerà la sua scelta tra chi entrerà nel regno e chi ne rimanarà escluso. Il discrimine sono le cosiddette opere di misericordia corporale.Qualora non l’avessimo capito, saremo giudicati sull’amore, sulla carità, sul servizio degli altri! Spesso mi capita di sentire persone che vivono nel terrore perché non sanno se Dio li giudicherà degni del paradiso o meno: a me sembra che non ci debba essere alcuna paura! Gesù ci ha svelato il passpartout del paradiso qui e dopo: la carità! Se abbiamo vissuto la vita nell’attenzione agli altri più che a noi stessi… se abbiamo speso l’esistenza nel reduplicare il perdono e la misericordia filiali… se abbiamo aiutato dei poveri e avuto compassione dei bisognosi… non c’è proprio nulla da temere! Gesù è un Re tutto particolare: regna scendendo dal trono e vivendo la condizione  dell’affamato, dell’assetato, del nudo, dello straniero, del malato, del carcerato… non vuole culti o onori di sorta! La sua gloria si manifesta nei piccoli e nei poveri: chi accoglie loro, anche solo donando un bicchiere d’acqua avrà una riconoscenza in cielo! Ecco le chiavi del paradiso! Buona domenica