Quando si è piccoli si ha paura di tante cose: l’unica realtà che da sicurezza è la presenza del papà e della mamma. Poi, sono gli stessi papà e mamma a creare un po’ di paure: è il modo di calmare le voglie esagerate di scoprire il mondo che il bambino ha e mettere alcuni paletti. Poi, ci sono le paure da adolescenti e da giovani, dovute alle insicurezze, alle fragilità, che si avvertono nel momento in cui ci si pone a confronto con gli altri. Poi, si diventa adulti e le paure della vita reale si attenuano: una certa sicurezza di sè, una più solida esperienza del mondo, permettono maggiore serenità. Però. È vero che ci si attrezza per la sfida della vita ordinaria ma rimane fuori tutto un mondo interiore che presenta tutte le sue problematicità. Oserei dire che emergono quelle paure così ben descritte da san Paolo: «La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti». Sì: la paura riguarda tutto quel sottobosco interiore dove la semplice buona volontà non basta più… è la vulnerabilità del nostro essere finiti… Buona giornata