«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?»: abbiamo il bisogno di chiedere a Gesù come ci dobbiamo comportare nella vita? Oppure crediamo di saper già tutto noi? Esiste nel nostro cuore la consapevolezza di non avere la verità in tasca? Credo che, in questo senso, abbiamo bisogno
tutti di una grande conversione: siamo troppo pieni di noi stessi! Se il comando ci viene da qualcuno che non siamo noi o che noi stimiamo, noi non lo ascoltiamo per principio… La vita è per definizione “obbedienza” nel senso letterale del termine: ob audire = ascoltare stando di fronte. Noi veniamo al mondo grazie a qualcuno e viviamo stando di fronte a qualcuno: l’ascolto è l’anima del vivere! Ascoltare ci fa uscire da noi stessi, ci libera dalla dittatura dei nostri desideri e dei nostri egoismi. Non per nulla, il Dio d’Israele ha posto come il principale dei comandamenti l’ASCOLTARE… «Gesù gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio”». Non va più di moda questo comandamento… Dio è avvertito come una minaccia. Generalmente si dice di essere contro le religioni e non contro Dio ma, in radice, se Dio mostra il suo volto ci infastidisce. Vorremmo tutti un Dio secondo la nostra immagine, adattabile alle nostre aspettative… Se Dio è Dio, inevitabilmente è se stesso e nel rivelarsi mette in risalto
le nostre oscurità! Per questo facciamo fatica ad amarlo… Poi, Gesù aggiunge: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Questo comandamento, apparentemente, va più di moda ma non è accolto nella sua piena verità. Anche quelli che invitano ad amare i fratelli, alla fine, arrivano a fare sempre un distinguo! Come è facile sentire da organizzazione umanitarie parole di amore per qualcuno e poi parole di odio per qualcun altro… Questo amore non è segno di obbedienza! Pensiamoci… Buona domenica