Continua a chiamare i suoi figli, il Padre… non c’è ora del giorno in cui non offra opportunità nuove di salvezza! Il Padre chiama alla vita e l’uomo, stoltamente, volta le spalle al Padre e imbocca la strada della morte. Il Padre rispetta la libertà dell’uomo ma non smette di sperare nel suo ritorno… C’è chi torna prima e c’è chi torna dopo! È una grazia, un dono, essere con il Padre fin dall’alba! La gioia che alberga nel cuore di un figlio che incontra l’amore del Padre è inenarrabile! Riempie gli occhi, il cuore, le mani… non c’è più il minimo spazio per l’invidia, il giudizio, la recriminazione! Eppure, nel Vangelo di oggi, i fortunati che sono con il Padre fin dalle prime ore del giorno sono tutti arrabbiati per l’amore che il Padre riserva anche per chi si è unito a lui alla fine del giorno… Qualcosa non è stato compreso appieno! Che cosa manca a questi privilegiati? Manca il cuore di figli… Quante volte nel Vangelo ritroviamo questo rammarico di Gesù nel vedere il rapporto con Dio nella direzione servile e non in quella filiale… se sei un servo, inevitabilmente, concepisci in maniera antagonista il rapporto con gli altri servi:
è tutta una questione di interesse, di guadagno, di potere… Dio Padre patisce terribilmente questa prospettiva! Non vuole servi nella sua casa! Preferisce di gran lunga la libertà… piuttosto, muore di dolore per la perdita di un figlio ma guai ad avere schiavi nella sua casa! Ne deriva una riflessione profonda per noi che viviamo una appartenenza ecclesiale: come stiamo nella casa del Padre? Come consideriamo i fratelli che godono con noi della sua paternità? Non siamo un po’ servi invidiosi anche noi? Buona domenica