Chi di noi non ha subito almeno un torto nella vita? E viceversa: chi non lo ha mai procurato? Immagino nessuno… chi ritiene di essere sempre stato impeccabile ho l’ardire di credere non abbia una chiara coscienza dei propri peccati! Fa parte del nostro limite, della nostra capacità ridotta di fare il
bene naturalmente! La colpa originale ci ha oggettivamente rovinato nella nostra somiglianza a Dio e, pertanto, questa ferita ci porta a parole e gesti del tutto censurabili…
È a partire da questa consapevolezza che si apre mirabilmente il ventaglio della grazia nella prospettiva del perdono e della misericordia: il Vangelo ci ricorda che se il peccato fa di tutto per operare la divisione, la discordia, l’odio… la riconciliazione ci fornisce l’opportunità di riparare lo strappo procurato!
La tentazione del maligno, a fronte di un male subito come agisce? Come prima reazione suggerisce la vendetta… poi, alimenta l’odio e il rancore… infine, per dare il senso di un alleggerimento, propone l’indifferenza… Ebbene: Gesù si contrappone frontalmente a queste istanze sollecitando in tutte le maniere la pacificazione e la riunificazione!
Potrebbe sembrare un’insistenza esagerata ma la comunione è l’elemento più significativo della  rinascita battesimale! Chi è rinato in Cristo non può concepire la divisione nella maniera più radicale… Tant’è che il senso della riconciliazione non sta tanto nell’essere più buoni e civili ma nell’essere in comunione con Dio: «In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». C’è in gioco davvero la nostra fede!