«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi». A chi parla Gesù? Alla folla, cioè all’umanità intera. Non c’è uomo che non sperimenti una qualche stanchezza o oppressione. A volte capita di invidiare delle persone perché crediamo siano avvantaggiate, per censo, per famiglia, per carattere: ricordiamoci che non esiste uomo che non debba fare i conti con dei limiti, delle sofferenze…
Ebbene: Gesù invita tutti ad andare da Lui! Tutto l’affanno e la fatica che sopportiamo per far fronte alla nostra finitezza non portano a nulla… occorre andare da Lui! Dice meravigliosamente il Salmo 126: «Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno». Chi trova Gesù sperimenta una pienezza inaspettata!
«Prendete il mio giogo sopra di voi». Interessante questa cosa: Gesù invita gli stanchi e gli oppressi ad andare da lui per riposare e li carica di un giogo… Il giogo è un attrezzo pesante che viene posto sulla schiena dei buoi affinchè il contadino possa arare la terra. Gesù specifica il “mio” giogo. Qual è il giogo di Gesù? La croce… Attraverso la croce Gesù ha permesso al Padre, il contadino, di arare il terreno della storia e predisporre le piante affinchè portassero frutto!
Assumere il giogo di Gesù è percorrere la strada della vita dietro a Lui, per questo «il carico è dolce e il peso leggero»: il solco è tracciato, Colui che guida l’aratro è il Padre, non c’è da temere alcun male! Ogni fatica, ogni sofferenza che siamo chiamati ad affrontare scava la fenditura per la fioritura della nostra vita! Non vengono tolti la lotta, il dolore, la prova… ma tutto si illumina e si riempie di senso perché riposto da figli nell’amore del Padre che nulla abbandona all’oblio ma tutto porta a compimento. Buona domenica