Leggiamo oggi la chiamata che il profeta Elia rivolge ad Eliseo: neanche una parola! Solo un gesto: «Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello». Che cosa rappresenta il mantello? Il mantello copre, protegge, custodisce. Sembra quasi richiamare le tuniche di pelle che Dio mette addosso ad Adamo dopo il peccato… Si tratta dell’impegno a farsi garante dei limiti dell’altro mettendoci la propria faccia. È un segno della misericordia stupendo… La considerazione ulteriore che mi viene da fare è che nessuno va in missione in solitudine, con le sole proprie idee: non per niente anche Gesù nel momento in cui invia i suoi discepoli lo fa mandandoli due a due. Il gesto del mantello è, in qualche maniera, ancora vivo oggi nell’ordinazione, quando il Vescovo impone le mani sul candidato: lo Spirito che il Vescovo ha, a sua volta, ricevuto da qualcuno precedentemente viene donato al nuovo presbitero! Nessun prete porta una propria idea, un proprio pensiero… nessun prete è mandato in solitudine senza appartenere a qualcuno, senza un legame… Gesù, salendo al cielo, ha lanciato il suo “mantello” con queste parole: «Non abbiate paura: sarò con voi siano alla fine del mondo!»:nessuno se lo deve mai dimenticare! Buona giornata