Ho letto queste parole di un amico prete e mi sono parse illuminanti. Le voglio condividere con voi. Per gustare il silenzio del sabato santo. “Per ascoltare una parola nascosta tra le pieghe delle cose, serve un silenzio di fondo: la parola vien sempre fuori da un silenzio, il nero dell’inchiostro dal bianco di una pagina. Non è mai immediata, la parola, richiede un buio, un tempo di ascolto, persino un’ascesi. Serve un silenzio, un buio che è innanzitutto povertà, è l’attesa di una parola, è la fiducia di una parola. Se io riempio subito lo spazio di un silenzio con i miei discorsi, nessuna parola mi verrà incontro. Se voglio arrivare in fretta a levarmi il peso di una domanda con le mie parole – fosse anche una santa domanda: che cosa ci sta dicendo il Signore attraverso tutto quello che sta succedendo? – ecco, se riempissi da solo quel vuoto, difficilmente le cose si aprirebbero. Serve una povertà, uno spazio vuoto e accogliente. Le cose possono parlare ma possono anche restare mute. Si offrono a tutti come parole, eppure qualcuno vedrà e qualcun altro no. Solo chi si affida vedrà e vedrà aprirsi pian piano i suoi occhi. Come, non si sa, ma così sarà anche per questi giorni”. Buona Pasqua