Nella Lettera ai Romani san Paolo scrive: «Noi riteniamo che l’uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge». Nella Lettera di san Giacomo oggi ci viene proposta una prospettiva apparentemente opposta: «A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?». Verrebbe da dire: chi ha ragione? San Paolo o san Giacomo? A chi dobbiamo dar retta? Già in altre occasione ho ribadito come il pensiero cattolico non è mai out-out ma et-et: non è mai corretto estremizzare una visone perché i contorni della verità sono sempre più ampi di qualsiasi forma di pensiero. È tuttavia chiaro che Paolo e Giacomo non devono essere posti in contrapposizione in quanto dicono esattamente la stessa cosa: san Paolo non dice che le opere non sono importanti ma non si può prescindere dal Salvatore! San Giacomo non dice che la fede non è importante ma che non si può esprimere a prescindere dalle opere! L’idea di fondo è che fede e opere non possono in alcun modo essere disgiunte, pena lo svilimento della fondamentale dimensione relazionale dell’esperienza cristiana! Se la fede e le opere non esprimono l’amore a Cristo e ai fratelli non hanno alcun valore salvifico! Buona giornata