«Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove»: è un versetto della lettera di Giacomo ai cristiani provenienti dalla diaspora ebraica, ripresa pari pari da san Francesco dopo l’amara esperienza del rifiuto ad aprirgli la porta da parte dei frati di un convento nato dal suo carisma. C’è gioia perfetta quando si vive una prova, una fatica, una sofferenza… è davvero un paradosso! Mi ha colpito grandemente la testimonianza di un vescovo copto, intervistato ultimamente, a seguito delle pesanti persecuzioni subite: alla domanda rispetto a come facessero a vivere la fede in quella condizione di prova e di martirio, rispose prontamente: “Sono piuttosto io a chiedermi come possiate voi vivere la fede in un contesto così piatto e anonimo come il vostro”. Quanto è vero… Dove stiamo donando il sapore del Vangelo? In quale settore della vita gli uomini contemplano il nostro essere imbevuto di Vangelo? Dobbiamo chiedercelo come singoli e come Chiesa! A me sembra che tutti non facciamo altro che salvarci la pelle… respingiamo le prove più che possiamo, evitiamo i contrasti, le contraddizioni… “Dare la vita” è un bello slagan ma lo lasciamo volentieri ad altri cristiani, di altri paesi… e la gioia della fede, però, non decolla! Buona giornata