La carne è importante? Certamente sì! Dio si è fatto carne proprio per nobilitare questa dimensione tanto squalificata da certo pensiero filosofico dualista. Tuttavia, va ricordato che la carne è solo una delle dimensioni dell’uomo: ci sono pure l’anima e lo spirito! Nessuna delle tre va idealizzata e separata dalle altre: tutte vanno declinate armonicamente, in modo tale che ognuna esprima il suo proprio ma in una prospettiva unitaria! La carne non può prescindere dello spirito così come lo spirito della carne… e l’anima non può disinteressarsi dello spirito… Gli uomini, nel corso della storia, hanno attraversato le crisi più profonde proprio a casa di una contrapposizione netta tra queste dimensioni: si è passato da una esaltazione esasperata del religioso ad una assolutizzazione della ragione fino ad arrivare ad una focalizzazione morbosa sulla nuda materia… ne sono nate vere e proprie correnti culturali, di cui ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. Nel Vangelo che ascoltiamo in questa domenica, Gesù ci aiuta a fare un po’ di chiarezza: quando tra gli ebrei moriva un uomo senza avere discendenza i fratelli erano tenuti ad assicurargliela unendosi con la moglie. Era una modalità naturale di vincere la morte e assicurare la continuità della vita nei figli… Gesù svicola tale pratica rispetto ad una effettiva rilevanza sulla vita eterna! Non c’è nessuno che possa garantire la vita se non il Padre! E quello che avviene nella natura è da considerarsi significativo solo nella natura! Prendere la natura come termie di paragone per la vita eterna è fuorviante… La vita eterna è una cosa nuova! Parla il linguaggio dell’amore, senza secondi fini! L’amore unirà tutto ciò che nella natura è stato espressione di amore… Buona domenica