Una storia avvincente quella di Naaman il Siro: uomo ricco e potente, malato di lebbra, con la possibilità di curarsi in tutte le maniere e, nonostante questo, condannato a morte da un male che nessun medico sa debellare. L’unico spiraglio che si apre, nella sua avventura dolorosa, è aperto da una schiava ebrea che lavora al suo servizio: gli parla del profeta Eliseo, uomo di Dio, capace di guarigioni straordinarie. Naaman si lascia convincere e si fa portare da lui. Il profeta ancor prima che Naaman si presenti in casa sua gli manda a dire di andare a bagnarsi sette volte nel fiume Giordano. Una proposta assurda: le acque del suo paese erano più pulite delle acque del Giordano! In un primo momento Naaman si rifiuta di eseguire il comando, poi, convinto, va al fiume e si immerge. Il miracolo avviene: la lebbra scompare! Naaman vorrebbe ricompensare largamente Eliseo con omaggi e regali per la grazia ricevuta ma il profeta rifiuta: Chi l’ha guarito non è Lui… è un Altro che deve ringraziare! La vita passa attraverso uomini e donne ma la sorgente sta a monte: è il passaggio dall’idolatria alla fede! Chiarissimo questo passaggio nel Vangelo che ascoltiamo oggi dove si racconta di dieci lebbrosi sanati da Gesù. Anche loro invitati a bagnarsi nel Giordano: solo uno di loro, una volta guarito, ritorna da Gesù a ringraziare… guarda caso, è un samaritano, un ebreo eretico! È probabile che gli altri nove siano rimasti a venerare il Giordano senza riconoscere l’opera di Gesù… È per questo che all’arrivo dell’unico lebbroso guarito Gesù dichiara: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» . L’aver trovato Cristo gli ha permesso di giungere alla sorgente della vita! È a Lui che ogni uomo deve ritornare per avere salvezza, per avere la vita eterna! tutto il resto è palliativo… Buona giornata