Gira in rete un video dove dei ragazzi, vestiti con abiti griffati, dichiarano nel dettaglio il costo dei singoli indumenti, mostrando con orgoglio l’alto tenore di vita che si possono permettere: non mi sento di attaccarli… sono semplicemente figli di un contesto dove la consistenza e il valore di una persona non è in Dio ma in ciò che si possiede! È semplicemente cambiata la sostanza dell’essere! Gesù è chiarissimo al riguardo: «Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» . L’uomo o è credente o è idolatra, non esiste il cosiddetto agnostico, quello che è indifferente a tutto: a qualcosa il cuore lo si attacca! È interessante che Dio non si pone in alternativa ad altre divinità ma alla ricchezza: ciò che maggiormente riesce a rubare il cuore all’uomo sono i beni! Pochissimi sono quelli capaci di esercitare un distacco spontaneo alla ricchezza… la ricchezza offre un’apparente sicurezza e un benessere immediato tali per cui tutti si è disposti a sacrificarsi per essa! Nella pagina del Vangelo di questa domenica ci è mostrata una forma di liberazione dalla ricchezza: si tratta di un paradosso! Ma di un paradosso che mette in evidenza come la libertà dai beni la si conquista solo nello sperpero… La ricchezza regalata ai poveri è il più grande investimento sulla vita vera! Se l’avidità incatena il cuore e imprigiona i fratelli nell’indigenza, la generosità libera noi e gli altri generando una vera pace e un autentico benessere! Occorre strappare però… non è per nulla una passeggiata! La generosità per essere vera deve essere folle! Solo nella follia agli occhi del mondo si trova Dio… Buona domenica