Ogni volta che penso la mio essere prete mi vengono le vertigini! Ho piena coscienza dell’abisso della mia povertà e, di conseguenza, della enormità della fiducia del Signore… Mi chiedo come sia stato possibile che una chiamata di questo genere toccasse proprio a me… Eppure è avvenuta: confesso che non c’entro niente, è qualcosa che è accaduto! Sono stato afferrato e non sono riuscito a porre resistenza: ho detto di sì senza chiedermi mai perché no… Io non ho niente per cui vantarmi o pretendere rispetto: se ho qualcosa è perché l’ho ricevuto! Se qualche ricchezza passa dalla mia vita non è certo per virtù acquisite per sforzi miei ma solo e soltanto per grazia di Dio! È su questa scorta che leggo il versetto degli Atti degli Apostoli dove si parla di Pietro e di Giovanni che incontrano uno storpio davanti al Tempio e gli dicono: «Guarda verso di noi». Cosa hanno Pietro e Giovanni per invitare quel povero uomo a volgere lo sguardo verso di loro? Non sarebbe stato più giusto che lo invitassero a guardare verso Gesù? No: si pongono come mediatori di una grazia più grande! In loro Gesù comunica se stesso… È un atto di fede grande richiesto non solo allo storpio… ma anche agli apostoli stessi! Buona giornata