Mi fa sempre pensare molto la parabola del povero Lazzaro e del ricco epulone… c’è un tempo dove tutto sembra essere una benedizione per qualcuno e una maledizione per altri e c’è un tempo dove accade esattamente il contrario! È una semplice trovata consolatoria o è una certezza? Non sono in grado di dire esattamente a riguardo, tuttavia è evidente che il giudizio sul nostro operato non si conclude qui e ora ma coinvolge pure il futuro… tutto viene a galla! L’illusione di poterla fare franca lascia il tempo che trova! Ma una cosa in modo particolare mi colpisce di questa parabola: il ricco epulone chiama Abramo “nostro padre”. Nel senso che riconosce in Lazzaro un legame fraterno… eppure, nonostante ciò, riesce tranquillamente a passare oltre il suo bisogno! È chiaro che il richiamo di Gesù è rivolto primariamente a quelli che riconoscono la paternità di Dio: chi crede in Dio Padre non può permettersi di chiudere gli occhi e il cuore ai poveri! Immaginare di avere un posto in cielo senza aver costruito l’amicizia con un povero è pura illazione… sono i poveri che aprono la porta del Regno di Dio! Con la carità si coprono un mare di peccati… ricordiamocelo! Buona giornata