Ho conosciuto nel mio ministero sacerdotale tante persone. Non è mai possibile fare una divisione netta tra le diverse categorie: ogni caso andrebbe analizzato a sé… per evidenziare meglio l’idea che voglio esprimere esaspero volutamente le caratterizzazioni. Ci sono i praticanti nudi e crudi, quelli che non sgarrano una pratica, ma che sono freddi nei rapporti… nelle proposte che esulano la pura e netta osservanza non ci sono mai… può crollare il mondo e loro sono irreprensibili, ma della realtà che gira a loro intorno non interessa praticamente nulla! Ci sono gli entusiasti che rispondono alle proposte più estemporanee ma sono rovinosamente altalenanti! Partono con mille buone intenzioni ma poi si perdono… non si sentono mai estranei alla vita di fede ma vivono sull’onda dell’emotività. Ci sono i lontani, che dopo il periodo “obbligatorio” della fanciullezza si sono allontanati e vivono ai margini… capita che si avvicinino in occasione di ricorrenze rituali e si infiammino di nuovo o si spengano in base al prete che incontrano… Ci sono i feriti dal peccato… che non ne possono più di vivere schiavi ma non hanno il coraggio di riprendere la strada di “casa”, perché si vergognano, perché pensano di non riuscire, perché non hanno più fiducia in loro stessi… Secondo voi, qual è la categoria più amabile? Capisco Gesù che “compatisce” il giovane ricco che gli dice: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza»… Che importa… Il tuo cuore chi cerca? Pensiamoci… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Angelo e Agata che oggi ritornano al Signore che da sempre li ha amati