Lo sport più praticato in assoluto dall’italiano medio è la lamentela! Non c’è giorno che non ascolti gente che parla male di qualcosa… rarissimo incontrare persone che diano risalto a cose positive! Mio papà – che ha vissuto la povertà della fame, del lavoro, della casa – non faceva che elogiare il mondo moderno con tutte le opportunità che offriva: non c’era mai lamentazione nelle sue parole ma sempre la sottolineatura delle possibilità! Credo sia così per tutti coloro che sono vissuti dentro esperienza di fatica e di prova… c’è poco da fare: per apprezzare le cose è necessario rimanerne per un po’ privi! Poi, si apprezzano… La Lettera agli Ebrei ci invita a non lamentarci delle prove: Dio educa anche attraverso delle fatiche e dei cammini difficili! Sentite il rimprovero che rivolge ai suoi lettori: «non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli». Bisogna resistere nelle prove! Non si può sempre attraversa il fiume laddove l’acqua è bassa! A volte, c’è da accettare di bagnarsi i piedi e camminare con le scarpe inzuppate… Conoscere e affrontare le fatiche e le amarezze della vita fa bene alla crescita della nostra umanità! Accettiamo un po’ di soffrire ogni tanto… senza lamentarci per forza!