Papa Francesco, ieri, all’udienza ordinaria del mercoledì in aula Nervi, ha detto a braccio: “meglio essere atei che andare in chiesa e odiare e parlare male degli altri dando così cattiva testimonianza”. Detta ad un’assemblea di credenti come pungolo per una conversione ci sta: è una provocazione ineccepibile che esorta a prendere maggiormente coscienza della responsabilità battesimale che compete ad ogni cristiano! Il fatto è che tale espressione è subito rimbalzata sui social con tutt’altra prospettiva, ovviamente denigratoria! Dalla serie: chi va in Chiesa è peggio degli altri… Non accetto assolutamente questa rilettura! Chi odia sbaglia sia che vada in Chiesa e sia chi non ci va… è, tuttavia, possibile che a fronte di situazioni complesse uomini di fede o no arrivino ad odiare… purtroppo accade! All’uomo che va in Chiesa risuona costantemente l’invito alla riconciliazione… spererei che si ponesse in ascolto e pregasse per un pentimento! All’uomo che non crede? Non è chiesto niente? Può andare avanti ad odiare e non è un problema? Stiamo attenti a giudicare con sufficienza e superficialità…  L’evangelista Giovanni ricorda: «Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro». Ogni credente aspiri alla purezza e sii lasci invadere dalla grazia… e chieda perdono dei suoi peccati! E il non credente? Si lasci interpellare dalla coscienza: si troverà sullo stesso cammino… Tutti giustificati solo dall’amore misericordioso di Dio e non certo dalla propria giustizia! Buona giornata