Per che cosa ci affatichiamo notte e giorno? Che cosa desideriamo realizzare con tutti i nostri sforzi? Gli obiettivi che ci poniamo hanno un orizzonte lontano oppure sono molto immediati? Dobbiamo provare a rispondere seriamente e con onestà a queste domande! Il tempo che Dio ci da per vivere è talmente breve che corriamo altissimo il rischio di sprecarlo rovinosamente… L’espressione evangelica che sentiamo proclamare oggi nella liturgia eucaristica mi piace da morire e da una ispirazione intelligente per strutturare una risposta alle domande sopra esposte: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Ebbene sì, è proprio così: guai a prenderci troppo sul serio! Guai a porci obiettivi troppo ambiziosi! Guai a pensare di vivere per lasciare il nostro nome! Siamo servi inutili… perché è Dio che fa! L’inutilità non è da intendersi nella sua accezione negativa – “non serviamo a niente!”-, piuttosto in questa più positiva – “non pensare di dover far tutto te, il Signore ti precede già nel tuo impegno -! È la consapevolezza credente che lavorando per la causa del regno siamo “umili servitori nella vigna del Signore” che hanno come unico scopo di fare la sua volontà! Il nome non ci interessa perché l’unico nome che riempie la terra è solo quello di Dio! Buona giornata