BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE

Entriamo nella Santa Settimana. Santa significa “altra” rispetto a tutte le altre settimane dell’anno. Non la si può vivere senza darle il giusto peso. È vero: il tempo cronologico ha la stessa scansione degli altri giorni ma ciò che avviene è speciale.

Il giorno in cui uno trova l’amore è cronologicamente uguale agli altri giorni ma esistenzialmente è un giorno assolutamente unico. La moglie si rammarica se il marito non si ricorda l’anniversario di matrimonio: celebrarlo significa riconoscerne la grazia, il dono, la pienezza della vita! Ecco: per chi ha sperimentato nella fede l’amore misericordioso del Cristo non può trascorrere questi giorni come se fossero indifferenti… se uno rimane indifferente forse non ha incontrato seriamente il Signore!

Per questo la domenica che inaugura la Settimana Santa inizia con il rito della processione dove tutti i fedeli tengono fra le mani dei rami d’ulivo con i quali, imitando le folle degli ebrei, inneggiano al Messia: è il desiderio di dire a tutti i prodigi che Gesù ha fatto nella nostra vita perché tutti riconoscano che davvero Lui è il Figlio di Dio!

Molti rimarranno indifferenti, molti riterranno il rito un semplice fatto folcloristico, molti ne saranno infastiditi… ma non ci deve scoraggiare! Piuttosto, noi ci dovremo chiedere quanto serio sia il nostro atteggiamento interiore, quanto grande la nostra riconoscenza, quanto autentica la nostra gratitudine…

«Alcuni farisei tra la folla gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. Ma egli rispose: “Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”». Tutti i cristiani nel mondo che inneggiano al Messia che entra in Gerusalemme sono il compimento di questa profezia: felici di esserne parte!

DIVENTARE UNO

Che cosa vuole un padre che ha tanti figli? Qual è il suo desiderio più grande? Qual è la condizione che lo rende davvero felice? Io credo, fuori dubbio, che i figli si sentano fratelli e vadano d’accordo fra di loro! L’unità e la comunione della famiglia è segno di una educazione ben riuscita, compiuta secondo il bene, il vero e il bello della vita! Quanti padri trovo che mi esprimono la loro sconsolazione nel vedere i figli farsi la guerra, dividersi, osteggiarsi… Ecco: non è difficile capire che cosa ci sia nel cuore di Dio Padre nel guardare alla famiglia umana: la speranza in una pacificazione tra uomini, in un abbattimento di tutti i muri che dividono, in una fraternità che si realizza nella gioia… Per raggiungere questo scopo, Dio Padre non si accontenta di auspicare e augurarsi il bene, ma si adopera fattivamente per provocarlo, per avviarlo! Gesù è il Figlio amato che conosce bene il cuore del Padre e che viene mandato nel mondo per rivelare agli uomini questo desiderio del Padre! È il Sommo sacerdote Caifa che lo intuisce per primo: «Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi». Ci apprestiamo a vivere l’evento della morte e risurrezione di Gesù: siamo tutti convocati per ritrovarci e riconoscere che davvero siamo tutti fratelli… e fare la pace! Buona giornata

MORIRE A NOI STESSI

Chiunque si ponga al servizio del Signore si trova, prima o poi, a fare i conti con un contradditorio che mette in crisi. Uno potrebbe dire: anche uno che agisce in nome proprio si scontra con chi la pensa diversamente da lui! Ma c’è una diversità sostanziale: la propria posizione corrisponde al proprio io e per il proprio io si è disposti a tutto. Chi è al servizio del Signore si trova a combattere non solo con il contraddittorio esterno ma anche con quello interno! Nel momento in cui il servizio ti chiede di perdere te stesso è davvero dura… perchè la natura ha in sè l’istinto alla conservazione! Il profeta Geremia è emblematico in questo senso: «Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: “Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta”». A fronte di questa opposizione vorrebbe scappare! Si lamenta con il Signore per averlo chiamato! Va in crisi con se stesso… Alla fine riconosce di essere sostenuto e di non essere solo, e in questo trova la sua forza e la sua determinazione: «Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere». Come non vedere la lotta che tutti noi siamo chiamati a fare nella prossima pasqua… Buona giornata

L’ASCOLTO CHE DA VITA

Ci sono due espressioni, una dalla prima lettura e una dal vangelo, che dicono la stessa cosa: JHWH ad Abramo «Ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re… Da parte tua devi osservare la mia alleanza»; Gesù ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Quali sono gli elementi comuni: la vita e l’ascolto! Dio non fa altro che promettere all’uomo una vita che non conosce il limite della morte, dove tutto è nostro, dove la nostra vita si estenderà di generazione in generazione senza fine: l’unica condizione è l’ascolto! Sì, la Parola di Dio è necessaria alla vita, non è un di più! Se l’uomo non si ciba della Parola di Dio non muore di fame ma di avvelenamento.. perchè va a cercare altre parole che gli sembra lo saziano e, invece, lo portano alla morte! Gesù lo dice chiaramente ai farisei: voi siete figli di Abramo ma non volete ascoltarle come ha fatto lui Abramo ha ascoltato Dio, voi no! Se ascoltaste Dio mi conoscereste… Dobbiamo vigilare anche noi, oggi: siamo fortemente tentati dal fariseismo! Diciamo di credere ma ascoltiamo troppo poco la sua Parola! Quanto dedichiamo alla meditazione del Vangelo? Pensiamoci… Buona giornata

SEMPRE CUSTODITI DA DIO

Nabucodonosor, re di Babilonia, condanna a morte Sadrac, Mesac e Abdènego, tre servi fedeli di JHWH, gettandoli in una fornace ardente semplicemente perchè non veneravano la statua d’oro che egli ha fatto erigere in onore dei suoi dei. Il fatto sorprendente è che sebbene fossero immersi nelle fiamme di una caldaia infuocata non venne arrecato loro alcun male: ci fu come una brezza leggera che allontanò le fiamme che rimasero completamente illesi. Perchè questa lettura nella settimana di passione? Perchè questi tre giovani sono il segno di Cristo: chi è in comunione con il Padre non deve temere alcun male! La morte non ha potere sui figli di Dio! Gesù morirà in croce? Sì, morirà ma Lui risorgerà, più vivo che prima! Presente ovunque, in ogni angolo della terra, segno di vita per tutti coloro che credono in Lui! San Paolo riformulerà questa certezza in quel bellissimo versetto della Lettera ai Romani: «Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati». Possiamo andare incontro alla Passione di Cristo – che è la nostra – con il cuore davvero sereno… Buona giornata