MIRACOLO PASQUALE

Ci viene narrato oggi, negli Atti degli Apostoli, il primo miracolo ad opera di Pietro e Giovanni: i discepoli partecipano della stessa vita di Gesù. Chi è inserito in Cristo compie le stesse cose del Figlio! Gesù ebbe a dire: «Farete delle cose più grandi delle mie». Che miracolo avviene: «veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio». Un uomo, portato da altri davanti al Tempio, probabilmente sfruttato, che vive una vita da mendicante. Ormai si è adattato a questo modo di stare al mondo: da Pietro e Giovanni si attende una semplice offerta, tanto per tirare a campare. Gli apostoli hanno in sè la Vita, sanno che quello storpio ha ben altra prospettiva vocazionale: non si accontentano di dare a lui qualche monetina ma lo rimettono in piedi! Lo fanno risorgere! Gli ridanno dignità! Lo invitano a camminare, a non vivere di accattonaggio! La vita che Gesù porta è una vita che rende protagonisti, che libera dalle dipendenze, che mette in relazione al Padre a cui solo obbedire! La Pasqua non è una qualche elemosina per tirare a campare ma una vita nuova! Buona giornata

CHIAMARSI PER NOME

La fede non può essere vissuta in maniera anonima! Non si può credere in maniera impersonale: Dio non è un essere informe, fumoso, astratto… fintanto che non lo si conosce, non gli si dà un nome, è totalmente indifferente. Maria Maddalena al sepolcro non cerca un dio qualunque: cerca Gesù! Deve poterlo riconoscere e chiamare per nome! Anche se vede angeli non gli interessa: vuole identificare il Signore! Non solo: vuole pure che il Signore identifichi lei: sei qualcuno per Dio se prendi coscienza che Lui ti chiama per nome! Se hai la consapevolezza che per Dio tu non sei uno tra tanti ma una persona ben identificata! Solo così il rapporto si definisce in maniera chiara. «Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” – che significa: “Maestro!”»: lo snodo della fede è tutto in questo dialogo serrato! Nel reciproco riconoscersi si anima un rapporto significativo, coinvolgente, vivificante! Sono convinto che la gande maggioranza di noi vive un rapporto poco più che formale con il Signore, come se fossimo membri anonimi di una grade ditta dove il padrone esiste ma, di fatto, nessuno lo conosce e nemmeno lui conosce qualcuno! Finchè non avviene un incontro vero e reale non si può che piangere… Buona giornata

RAGIONI DELLA FEDE

La sequenza costante della cronaca della risurrezione nei Vangeli è questa: dapprima la tomba vuota, poi il dubbio, segue un annuncio, poi l’approfondimento della Scrittura e la memoria delle Parole di Gesù e, infine la fede e l’annuncio. La fede della risurrezione è tutt’altro che creduloneria! È assolutamente fondata su criteri di ragionevolezza e su dati difficilmente discutibili. Che sostiene e corrobora la risurrezione è primariamente la corrispondenza scritturistica: è impressionante come il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste sia una sostanziale ripresa dell’Antico Testamento per metterne in risalto la continuità e la dipendenza: Gesù non è una meteora casuale ma è il frutto di una preparazione millenaria: è, in sostanza, il compimento di quanto i padri, i patriarchi e i profeti hanno dette e insegnato. Mi chiedo quanto la nostra testimonianza di fede sia in grado di offrire una solida base di ragionevolezza o sia piuttosto abitudine e tradizione e poco di più… Sono certo che molti si sono allontanati da un percorso di fede per la scarsa e povera capacità di noi credenti di render ragione della speranza che è in noi… troppi dogmatismi e intransigenze: occorre ragionare e pensare insieme, nella fedeltà alla tradizione, e nella logia teologica, ovviamente! Buona gironata

ABBANDONARE IL SEPOLCRO!

«Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo»: così cantiamo oggi nel salmo responsoriale. La Genesi racconta la creazione in sette giorni: sembrava finita… in realtà, Dio aspettava quest’altro giorno, l’Ottavo! Un giorno che è nel tempo ma è fuori dal tempo! È un giorno nel quale tutti siamo invitati ad entrare: è la Pasqua, il passaggio dalla morte alla vita!

Non c’è uomo che non sperimenti nella sua vita l’incombere pressante della morte: non si tratta solo della morte corporale – la più innocua di tutte – ma di quella spirituale, esistenziale! Quanti uomini e quante donne vivono la vita aspettando un giorno nuovo, un giorno diverso, un giorno che sia pieno di vita…

Eccolo, quel giorno! Gesù ha scoperchiato il sepolcro che tiene ostaggio l’uomo e non gli permette di entrare nella vita: occorre che ci uniamo alla corsa di Pietro e Giovanni per entrare in quel sepolcro e constatare che la morte non c’è! Che l’aguzzino che teneva schiavo l’uomo nella paura della morte è stato sconfitto!

Basta piangere per le proprie sconfitte! Basta stare a leccarsi le ferite! Basta colloquiare con i propri limiti! Basta rimanere serrati dentro i propri vittimismi! Basta fare memoria dei torti subiti! Fuori! Usciamo da queste tane buie dove viviamo da prigionieri! C’è una via d’uscita, tutto è spalancato!

Pietro e Giovanni si sono aiutati a vicenda a capire: da soli si rischia di ingolfarsi dentro dubbie e pensieri neri… poi, sono partiti! Hanno lasciato alle spalle il sepolcro e hanno iniziato ad infiammare il mondo dell’annuncio della vita nuova! Non sono più tornati indietro a rimuginare sul loro passato tormentato: Gesù li ha illuminati! Vivono e non temono più morte alcuna! Che sia questa, anche per noi, la Pasqua!

LE COSE AVVENGONO PIAN PIANO

La celebrazione eucaristica di Giovedì sera è tutt’ora aperta e si concluderà questa sera nella Veglia pasquale. Il Pane consacrato, il Corpo di Cristo, è stato consumato nell’azione liturgica della morte di Gesù celebrata ieri pomeriggio. Il tabernacolo è vuoto. Gesù è stato tolto di mezzo… ora riposa nel sepolcro. C’è silenzio in tutta la terra. La Chiesa, nella sua liturgia, esprime la sua impotenza: senza Gesù non può far niente… se Gesù non è vivo, vano è ogni atto di culto! Gesù è come il chicco di grano caduto in terra: presto germoglierà e porterà frutto! Occorre attendere… in tutti, nel battesimo è stato seminata la vita filiale: ci vuole tempo affinchè attecchisca e porti frutto! Attendere non è un atto passivo: ciò che si attende va desiderato, va stimolato, va accolto! Gesù nel sepolcro sta preparando la sua vittoria sulla morte e noi disponiamo i cuori all’accoglienza gioiosa della sua opera! Mi piacerebbe tanto che il sabato santo fosse prolungato… c’è bisogno di assenza… c’è bisogno di silenzio…  c’è bisogno di desiderio… c’è bisogno di attesa… È tutto sempre troppo “tutto e subito”! Anche nella fede… è come se tutto fosse automatico! Ma così non è! Le cose di Dio avvengono veramente… non è semplice ritualità! Buona giornata