RAGIONARE SECONDO DIO

«Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo». Come si fa a non voler bene a Pietro… credo che anche a Gesù facesse una tenerezza immensa. Pietro agisce di pancia, non è falso, non ha secondi fini: quello che gli sembra contro il buon senso lo contesta. Pietro vuol bene a Gesù, vuole garantirgli un successo secondo le logiche del mondo… non sa che i programmi di Dio seguono un copione molto differente da quello pensato dall’uomo! Pietro rappresenta bene anche la Chiesa di oggi… quanti vescovi e preti si impegnano con tutte le forze a garantire un futuro alla religione, al culto, alle istituzioni religiose… lo fanno con onesta, con disinteresse, con tenacia… Non riescono a tollerare che la secolarizzazione avanzi così perentoriamente! Cercano di arginare con amicizie, connivenze, strategie di marketing.. Il fatto è che è il Signore a condurre la storia… se le cose vanno così c’è una ragione! Forse è proprio necessario, nella logica di Dio, che la Chiesa perda visibilità, potere, strutture! Figuriamoci: se il Padre ha accettato veder crocifisso il Figlio per la salvezza del mondo non sarà disposto a perdere ciò che noi abbiamo messo in piedi, prescindendo dalla sua Parola? Rimettiamoci a ragionare secondo Dio… Buona giornata

VEDERE BENE

Mi piace tantissimo il racconto della guarigione del cieco di Betsàida. Perché? Perché avviene in due tempi. Dopo il primo primo intervento di Gesù il cieco inizia a vedere la gente «come degli alberi che camminano». Dopo il secondo intervento «ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa». Che cosa mi fa pensare? Ai due passaggi del battesimo: il battesimo nell’acqua e il battesimo nello Spirito. C’è una prima guarigione che passa dalla nostra disponibilità a metterci in cammino, a tentare una conversione: questo passaggio è importante ma, da solo, porta a vedere e capire le cose solo in parte! Tantissima gente è battezzata nell’acqua: è brava gente, che si impegna, che cerca di fare il bene ma non può andare oltre un certo sguardo. C’è, poi, una seconda guarigione – che è quella fondamentale – dove il punto nevralgico sta nell’accogliere lo Spirito di Dio. Si tratta di assumere il suo modo di vedere. Dio quando guarda agli uomini non vede “gente” ma vede “figli”! Vediamo bene e siamo guariti dalla miopia del nostro peccato quando sappiamo riconoscere nelle persone che ci passano accanto dei fratelli! Delle persone da amare senza se e senza ma… Che battesimo abbiamo ricevuto? Buona giornata

LA VERA VITA

C’è poco da fare: siamo più attaccati alla vita con la “vi” minuscola che alla Vita con la “vi” maiuscola! Non che una non conti nulla e l’altra tutto ma l’una senza l’altra non sono niente! Una vita semplicemente biologica è inesorabilmente destinata alla morte, non ci sono dubbi… ogni volta che tumuliamo un corpo l’evidenza è schiacciante! Ma è pur vero che un Vita spirituale non può essere umana se non declinata dentro una vita biologica: la vita spirituale si esplica dentro il vivere quotidiano. Prendersi cura della vita spirituale suppone avere a cuore pure la vita biologica! La tentazione è quella di fermarsi lì: «i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane». I discepoli hanno sulla barca il Pane che dà la vita ma la loro preoccupazione riguarda il nutrimento… Hanno appena assistito al miracolo della moltiplicazione dei pani che è il segno di un’abbondanza di vita per tutti, eppure hanno paura di rimanere senza cibo! Hanno sulla barca Colui che sfama il mondo, la Vita che sazia per l’eternità e sono ancora preoccupati di salvarsi la pelle! Ci preoccupiamo più della vita che perisce o della Vita che non ha fine? Chiediamocelo sempre… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Nicola perchè il Signore lo accolga tra le sue braccia misericordiose

ENTUSIASMO ED UMILTÀ NELL’EVANGELIZZARE

Oggi la Chiesa è in festa celebrando la santità di due fratelli: Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo, patroni d’Europa. Di loro si ricorda il grande entusiasmo e la laboriosa energia prestate per l’evangelizzazione. In particolare, il grande lavoro di traduzione della Parola di Dio nella lingua dei popoli slavi, inventando una vera e propria scrittura, il cosiddetto cirillico, appunto. Non fu semplice erudizione ma vero e proprio desiderio di far conoscere la gioia e la bellezza che vengono dal Vangelo! Avessimo noi il loro fuoco, il loro ardore nel cercare linguaggi sempre più idonei affinchè i fratelli potessero partecipare alla salvezza che viene dalla fede… Un versetto del Vangelo che oggi la liturgia ci presenta mi sembra significativo per una riflessione: «il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi». Ognuno di noi – battezzati – è inviato nelle città e nei luoghi in cui vive per dare testimonianza, per preparare la via, per creare le condizioni favorevoli, alla visita del Signore! Noi siamo solo preparatori: il compimento è opera di Gesù! Evangelizzare non significa portare a termine qualcosa ma semplicemente avviare processi! Ci serve molta più umiltà… qualla dei santi Cirillo e Metodio, appunto. Buona giornata

LA BEATITUDINE CRISTIANA

Provate a dire a un povero, o un affamato o un afflitto “Beato te”! Che cosa vi risponderà? Probabilmente vi insulterà e vi inviterà a prender il suo posto per sperimentare quale beatitudine… Eppure, oggi, ascoltiamo proprio il Vangelo delle beatitudini nel quale Gesù pronuncia esattamente queste parole.
C’è un dato, però, che non ci deve assolutamente sfuggire: a chi si rivolge Gesù? Non alla folla, non agli scribi o ai farisei, ma ai suoi discepoli. Solo così tutto è comprensibile! «Beati voi, poveri… Beati voi, che ora avete fame… Beati voi, che ora piangete…»: è questo “voi” che fa la differenza!
Non è la povertà la beatitudine ma la compagnia di Gesù! Chi ha la grazia di vivere una condizione di prova ma ha nel cuore la consapevolezza della presenza del Signore riesce a scorgere ciò che è positivo nonostante tutto. Come dice Geremia: «È come un albero piantato lungo un corso d’acqua… nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti».
Se uno ha fede, se uno ha incontrato il Signore, lo si capisce perfettamente proprio nel momento della difficoltà: non butta all’aria tutto, non si dispera, non si scandalizza, ma sa attendere l’opera di Dio che a tempo debito rivela il senso anche di quel passaggio doloroso: «È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo».
In questi due anni di pandemia ho avuto modo di osservare come il dolore e la sofferenza abbiano fatto magistralmente da setaccio facendo emergere quello che c’era nel cuore di tante persone: da una parte il panico, la paura, la desolazione, la chiusura e dall’altro la pace, la serenità, l’attesa paziente…
Il “beato” secondo il Vangelo non è quello a cui la vita va sempre a gonfie vele ma chi nella prova sa di essere vivo grazie a Cristo! La morte non ha potere… ognuno si guardi dentro.